Versione originale qui.
Fin dalle origini dell’architettura umana si riconosce un ruolo mistico sacro e liturgico alle luce ed è in questo distinguo di luce che immagino le opere di Fabienne Di Girolamo che, a primo impatto, potrebbero essere definite razionali e ristette in spazi di tela.
Scorrendo immagine dopo immagine sembra di entrare in una grande cattedrale ed ammirare, con gli occhi rivolti al cielo, grandi vetrate ad illuminare volte e cupole dove gli spiragli di luce, che appunto vengono filtrate da queste maestose vetrate, emanano magia ed incantesimi di arcobaleni inventati che portano all’interno scie luminose ed ampi spazi colorati di luce.
Le opere di Fabienne Di Girolamo richiamano queste magnificenze senza necessità di dettagli vari o di orpelli che distrarrebbero l’attenzione sul soggetto di solito unico e ben definito e sui paesaggi di campagna o marine arricchite.
Soggetti sempre però accompagnati da movimenti di rottura o unione di linee nere eseguite con precisione ed armonia che creano forme o giochi di movimento.
Puzzles luminosi e delineati si uniscono in un’armonica e continua musica come se la mano non si staccasse mai dalla superficie che si ha di fronte, un’azione dunque continua che accarezza il mare che si muove in onde ben definite e sfumate di vari colori in una tavolozza blu-azzurro-turchese , che leviga il cielo avvolgente che accompagna fra nuvole appena accennate e luce, il soggetto in modo armonioso e di protezione, che accoglie i prati in catarsi rilassante di una stagione qualsiasi.
L’azione contemporaneamente di rottura e di connessione della linea nera, è insieme confine e unione di forme e colori regalando ai girasoli ancor più luce di quelli che già emanano dal loro giallo naturale, le spighe così morbidamente coricate ci raccontano di tempi trascorsi e della loro preziosità quotidiana, le foglie dai colori caldi e morbidi regalano atmosfere autunnali in attesa di un rigido inverno.
Mosaici dunque di colori e di emozioni in un continuo gioco di svariate rappresentazioni in un connubio di fantasia e di realtà elargite sulle tele dell’artista: la rappresentazione infatti di alberi non è necessariamente il colore nella loro naturale visione come le figure che diventano monocromatiche oppure di vari colori ma mai reali.
E’ su questo aspetto che desidero cogliere l’attenzione, (osservando le opere anche nel suo sito personale) figure e volti diventano vibranti, ricercati, affascinanti nello loro razionale rappresentazione sempre scomposta da linea che però formano armonia e posture speciali, particolari ed uniche.
L’insieme viene esaltato e la scomposizione diventa un gioco a tavolino dove ognuno di noi può inventarsi un nuovo tracciato, un nuovo percorso, un invito ad entrare nell’opera e farla nostra cercando di estrapolare quello spazio integro, pulito e farlo nostro.
In fondo la sua arte è una ricerca di pulizia, di ruolo, di riconoscere il proprio spazio e voler “forse” andare oltre… o “forse” semplicemente coccolare ciò che già possiede.
L’arte di Fabienne Di Girolamo è racconto, è favola, è realtà, è futuro..e tanto altro ancora … ma è soprattutto la raccolta di stati d’animo, di emozioni raccontate nelle stagioni del cuore e di quelle che il cuore racconterà, è voglia di sorridere e di voler far sorridere.
Fabienne è tutto questo, ma è soprattutto lei stessa con la Sua positività e voglia di porsi con tutta la Sua semplicità di donna che, insieme ai Suoi occhioni limpidi e celesti, ama la Sua pittura e le Sue emozioni.
18 febbraio 2015
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